La trama di Scopami, in [massimo] 20 parole [No spoiler]
«Baise-moi», il titolo francese. Un romanzo esplicito. Nadine e Manu rappresentano, deformano, accumulano sesso, violenza di genere, droga, omicidi efferati…
Scopami, recensione istantanea [massimo 250 parole]
Scopami è un romanzo esplicito nel senso che mostra, offre una visuale cruda, senza filtri, a chi legge, senza mai davvero dover raccontagliela. È tutto in scena, senza pudore, tutto in mostra.
Scopami è un testo dove anche l’orrore esige la sua coreografia
Despentes fonde alla terza voce narrante i pensieri, “il disgusto per il disgusto” delle protagoniste lungo il viaggio ribelle alla conquista della propria identità criminale, libere da ogni costruzione sociale, da ogni regola imposta da una società patriarcale. In parallelo, l’autrice deforma un mondo francese sancora puntellato di walkman e cabine telefoniche, ghetti oscuri, atmosfere devianti.
Scopami: un mondo dove non esistono innocenti
Despentes distorce i sentimenti fino a farli scomparire, portando a galla l’orrore con ironia e, tra Bukowski, American Psycho e Telma & Louise sceglie una quarta verità: pulp, “anarco-femminista” e punk: la sopravvivenza non basta, i limiti è meglio costruirseli da sole.
È questo il pensiero di Nadine e Manu, le protagoniste. Libertà, a qualunque costo. Esagerazioni e aberrazioni incluse.
[Oltre le 250 parole…]
P.S. | Post Scriptum Istantaneo
Chi è Virginie Despentes?
Virginie Despentes (Nancy, 1969) è una scrittrice, regista francese di fama mondiale. Di ispirazione “anarco-femminista” è autrice del saggio King Kong Theory. Di Scopami, ha co-diretto insieme a Coralie Trinh Thi, l’omonima trasposizione cinematografica.
Scopami, Virginie Despentes, frasi:
«Per le regole in realtà non cambia niente, è sempre chi per primo abbatte l’altro. Salvo che adesso siamo passate dall’altra parte della pistola. La differenza è notevole”».
«“non avete niente da perdere.” Manu protesta energicamente: “Niente da perdere, si fa presto a dire. E la pace dell’anima, dove la metti?”. Nadine rilancia: “Non facciamo ’sto genere di cose. Il nostro viaggio è il cattivo gusto per il cattivo gusto, capisci. Ma è gentile da parte tua avercene parlato”».
«Trovo spaventosamente volgare avere un movente per uccidere. È una questione etica. Ci tengo. Ci tengo moltissimo. La bellezza del gesto, attribuisco grande valore alla bellezza del gesto. Che rimanga disinteressato».
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