Potete mandarmi dove volete, financo al confine sloveno o in Sardegna per quel posto da involontario aiutante di cancelleria, perché io volontario proprio non lo sono mai stato. È un nome altisonante, ma è mediocre, non è altro che un lavoro come un altro da rappresentante della giustizia. Ma io mi chiedo:
È giusta questa vita?
Se la ragione non basta, chiamatemi pazzo: deponetemi dove volete che io nel frattempo me ne starò sospeso tra l’ozio, il biliardo, la mia ecolalia e la picnolessia. L’ho cercato sul dizionario:
Cos’è la picnolessia?
“… si manifesta con numerosissime e brevissime sospensioni della coscienza (e talvolta delle funzioni motorie) analoghe a quelle del piccolo male epilettico”. Treccani –vocabolario.
Ecco spiegati i miei svenimenti, la mia percezione di essere distante dal mondo reale, da quella complessità che cerchiamo tutti quanti di ridurre a un disegno semplice… e lo facciamo per sopravvivere, altrimenti si sa come la vita si possa mettere di traverso.
Un lavoro, una rendita, una brava moglie dei figli. Ma io non lo so se voglio uscire dal torpore, vorrei stare sospeso, e me lo chiedo davvero: vedrò Singapore?
Avrò, vedrò il mio incanto?
P.S. | Post Scriptum istantaneo
Vedrò l’incanto? è un omaggio al romanzo Vedrò Singapore? di Pietro Chiara.