Scopami | Virginie Despentes

Scopami  | Virginie Despentes

«Baise-moi», il titolo francese. Scopami è un romanzo esplicito e non solo per l’assenza di pudore, per i temi che porta in superficie: sesso, violenza di genere, porno, droga, omicidi efferati. Scopami è un romanzo esplicito nel senso che mostra, offre una visuale cruda, senza filtri, a chi legge, senza mai davvero dover raccontagliela. È tutto in scena, in mostra in un testo dove anche l’orrore esige la sua coreografia.

Despentes fonde alla terza voce narrante i pensieri, “il disgusto per il disgusto” delle protagoniste lungo il viaggio ribelle alla conquista della propria identità criminale, libere da ogni costruzione sociale, da ogni regola imposta da una società patriarcale. In parallelo, l’autrice deforma un mondo francese ancora puntellato di walkman e cabine telefoniche, ghetti oscuri, atmosfere devianti.

Un mondo dove non esistono innocenti

Despentes distorce i sentimenti fino a farli scomparire, portando a galla l’orrore con ironia e, tra Bukowski, American Psycho e Telma & Louise sceglie una quarta verità: pulp, “anarco-femminista” e punk: la sopravvivenza non basta, i limiti è meglio costruirseli da sole è questo il pensiero di Nadine e Manu, le protagoniste. Libertà, a qualunque costo. Esagerazioni e aberrazioni incluse.

P.S. | Post scriptum istantaneo

Chi è Virginie Despentes?

Virginie Despentes (Nancy, 1969) è una scrittrice, regista francese di fama mondiale. Di ispirazione “anarco-femminista” è autrice del saggio King Kong Theory. Di Scopami, ha co-diretto insieme a Coralie Trinh Thi, l’omonima trasposizione cinematografica.

Oltre le 250 parole… la citazione istantanea

Scopami, Virginie Despentes, frasi:

«Per le regole in realtà non cambia niente, è sempre chi per primo abbatte l’altro. Salvo che adesso siamo passate dall’altra parte della pistola. La differenza è notevole”».

«“non avete niente da perdere.” Manu protesta energicamente: “Niente da perdere, si fa presto a dire. E la pace dell’anima, dove la metti?”. Nadine rilancia: “Non facciamo ’sto genere di cose. Il nostro viaggio è il cattivo gusto per il cattivo gusto, capisci. Ma è gentile da parte tua avercene parlato”».

«Trovo spaventosamente volgare avere un movente per uccidere. È una questione etica. Ci tengo. Ci tengo moltissimo. La bellezza del gesto, attribuisco grande valore alla bellezza del gesto. Che rimanga disinteressato».

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