Soldati di Salamina | Javier Cercas

Soldati di Salamina | Javier Cercas

La guerra, quella civile, quella infinita che travolge la Spagna nel 1936 e che permane nell’animo iberico come un’ombra che resiste al tempo, costeggia il cammino letterario e morale concepito da Javier Cercas: diventa una questione intima, personale.

Soldati di Salamina –romanzo pubblicato in Italia da Guanda nel 2002– disegna eroi inaspettati e, avvicinandosi alla memoria storica spagnola, propone percorsi conciliatori dai risvolti ambigui. Realtà e finzione si intrecciano attorno a un aneddoto che coinvolge lo scrittore Rafael Sánchez Mazas, ideologo della Falange spagnola e quindi ministro franchista. Un aneddoto, un minuscolo granello di storia dentro i confini porosi del male umano che, dal passato, nutre le domande nel presente

Cosa dimostra la guerra civile spagnola? Quali caratteristiche dovrebbe avere un eroe?

Javier Cercas attraverso Soldati di Salamina non propone soluzioni definitive. La guerra, gli eroi rappresentati rimangono un punto cieco. Il romanzo non consegna nessuna risposta al lettore: suggerisce però, affascinanti verità letterarie: verità morali.

Soldati di Salamina di Javier Cercas ti incuriosisce?

P.S. | Post scriptum istantaneo  

Chi è Javier Cercas?

Javier Cercas (Ibahernando, 1962) è un romanziere e saggista spagnolo. Soldati di Salamina, il suo capolavoro da cui David trueba nel 2003 ha tratto un film, José Pablo García una graphic novel. Notevole, L’impostore. Il saggio Il punto cieco, il manifesto della sua estetica narrativa. Premio Planeta con Terra Alta, nel 2021.

 –Oltre le 250 parole… la citazione istantanea:

Soldati di Salamina, Javier Cercas, frasi:

«dopo l’intervista a Ferlosio cominciai a provare curiosità per Sánchez Mazas; e anche per la Guerra civile, della quale fino a quel momento non sapevo molto di più rispetto alla battaglia di Salamina o all’uso corretto della pialla, e per le vicende terribili che aveva generato, da me sempre considerate alla stregua di pretesti per alimentare la nostalgia dei vecchi e di carburante per l’immaginazione dei romanzieri senza immaginazione».