Cristina.
Chunda-chunda-chunda… la mia musica, gli occhi li chiudo per sentire meglio tutto dentro, tra il buio della sala e le luci accecanti del Planeta X. Siamo prese dall’ecstasy, Line e io (Cristina) – lei per non ricordarsi che è anoressica e io per fuggire al ricordo degli abusi di Gonzalo, degli psicologi, dell’autolesionismo, del fatto che lavoro in un bar ma sono laureata e anche se mi sono scopata mezza Madrid, mi manca Iain…
Rosa.
Non è il mio colore preferito, è il nome che porto e che non è mai fiorito. Io di passioni non ne ho: per questo ho deciso di far valere il fatto di essere un genio, diventare una manager importante in un cosmo di uomini noiosi. Meglio essere un robot senza sesso, un androide libero. È l’unica vita che conosco e che il Prozac rende accettabile. Noia chimica.
Ana.
Non alzo mai la voce, perché sono la perfetta donna di casa. Rassicurante e materna. Un figlio, una casa fantastica, un marito amabile. I cocktail di farmaci mi stanno però stordendo l’esistenza perché non ne posso più. Alle violenze subite da ragazza ho risposto conformandomi alla morale, ma ora basta.
[Cristina + Rosa + Ana] = Lilith (x3)
Siamo sorelle. Nostra madre è farmacista, ma non ci ha prescritto la ricetta per vivere bene in un mondo che sembra la stella della morte: siamo diverse, non comunichiamo, ma siamo stufe di essere definite dagli altri: è ora di entrare in guerra. Figlie di Eva, moderne Lilith.
[Oltre le 250 parole…]
P.S | Post Scriptum Istantaneo
Lilith (x3) è un omaggio, un’istantanea letteraria dedicata a Amore, Prozac e altre curiosità, romanzo di Lucía Etxebarria.