Sappiamo essere altre persone, se ci va.
Non si può essere una cosa e basta, nessuno lo è. Vecchio, omossessuale… se lo fossi, non saresti solo così: vecchio, 101 anni, omossessuale, Daniel. Immaginiamo collage, quadri di colori che cambiano le cose.
Le regole non contano. Anche se ora dormi Daniel, Socrate dormiente. Una sonnolenza eccessiva… non mi piace, non la sopporto. Il tuo silenzio… la cavità della tua bocca, mi parla… mi inonda di memoria. Quella tua bocca, la soglia della fine del mio mondo.
Daniel Gluck cambia le cose.
Hai deciso di dormire, ti leggo Il mondo nuovo, Le due città. Ti immagino innamorato degli occhi di Pauline Boty, dei suoi colori spudorati, lo scandalo, Keeler oltre Profumo, il corpo, l’arte femminile. Fratello dell’estate diceva una tua canzone, ti credono morto.
Credono di poter cambiare le cose, nel mio nuovo passaporto c’è ancora scritto UE, ma un vulcano di vergogna mi sconvolge, l’intolleranza che porterà la divisione, Brexit la chiamiamo. Ti credono morto.
Daniel non sei autunno, le tue foglie… viaggia nel tempo con me, voglio i tuoi occhi che amo, che mi hanno visto per davvero. Li chiudo anche io. Silenzio.
Quando mi sveglio chiedimi cosa sto leggendo, adesso, per te, per noi. Quando mi sveglio, apri gli occhi, sarà estate.
P.S. | Post scriptum istantaneo
Socrate dormiente è un omaggio, un’istantanea dedicata al romanzo Autunno di Ali Smith.