L’estraneo | micro-remake

L’estraneo | micro-remake

12 anni alle Poste. Dentro, fuori dall’ufficio postale, senza un perché. Joyce, che era ricca, cavolo se lo era, voleva lavorassi, ma anche prima, sotto quel sadico di Stone, non era un bel vivere.

Los Angeles è immensa: non ho la sua cazzo di posta signora, non so chi lei sia! Allontana quel cane, bello!

Quando bevo, dimentico, sopporto, vivo.

Alle Poste si scopa e si lavora poco: che cazzata. Betty beveva come me almeno… seppellita senza lapide.

Porco mondo, ammonitemi pure, sollevatemi dall’incarico!

Io, Henry Chinaski, voglio fare carriera, bere, cacciare animali da pelliccia, vincere alle corse, mangiare bistecche, bere, scopare…

Ah, come diceva Bukowski?

Che l’essere umano ha due grandi difetti: l’incapacità di arrivare in orario e l’incapacità di mantenere le promesse.

Ecco io sono così. Le vostre nevrosi, i vostri casellari… siete il vero malemi licenzio. Della vostra saggezza da schiavi remissivi ne ho abbastanza. Anche Fay voleva qualcos’altro e mi ha portato via Marina. Ora ho un gatto, il whisky, la birra. E quello studente ha portato a casa un cuore umano, si chiama Francis. Francis vive dentro il vaso della marmellata.

Henry Chinaski è estraneo al vostro mondo.

Non vi ricorderete di me… le persone durano fino a quando durano i soldi. Ehi voi due, almeno, posso guardarvi mentre scopate?

P.S. | Post scriptum istantaneo

L’estraneo è un’inquadratura istantanea, un omaggio al romanzo Post Office di Charles Bukowski.