Tregua melanconica | micro-remake

Tregua melanconica | micro-remake

I vostri nidi di rughe non mi faranno amare di più mia madre.

È morta. Non è colpa mia.

Vado al mare con Maria perché mi fa voglia. No, non ti amo le ho detto. Se mi vuoi sposare, ti sposo. Non sono cose importanti. Come andare a Parigi, cambiare vita. Ad Algeri resto in equilibrio, galleggio tra disgrazie che per me non sono tali. Raimondo mi ha chiesto se volevo essergli amico. La donna che pesta è araba. Testimonio che lo tradisse.

In spiaggia, giorni dopo, il sole mi strappa quasi la vista, sono accecato, intontito dal vino, e quel coltello, quella lama mi taglia lo sguardo, il fratello di quella ragazza non doveva presentarsi lì.

Spezzo l’equilibro. Spari che distruggono una vita, capovolgono la mia.

Vi chiederete:

come finisce lo straniero?

Sì, come finisce quello lì. Io, Meursault.

Criminale, contemplo il mio processo. Contemplo voi che non siete poi così diversi da me. Privilegiati e condannati. Parlate di anima, condannate un uomo per il suo pianto mancato, per una madre defunta che aveva saputo ricominciare oltre il silenzio. L’omicidio non vi interessa e, in fondo, nemmeno a me. Ricomincerò dalla mia verità, come mia madre, nella tregua melanconica della sera. Altrove, indifferente a voi, al vostro odio, al mondo, alla vita.

P.S. | Post scriptum istantaneo

Tregua melanconica è un omaggio a Lo straniero di Albert Camus.